REGOLAMENTAZIONE DEGLI AFFITTI TURISTICI BREVI
REGOLAMENTAZIONE DEGLI AFFITTI TURISTICI BREVI
E’ di estrema attualità e di imminente discussione, nel Consiglio dei Ministri, la bozza del decreto legge che intende disciplinare e limitare la diffusione degli affitti turistici brevi nelle località a forte vocazione turistica.
COSA PREVEDE IL TESTO
L’obiettivo dichiarato del testo è fornire una disciplina uniforme a livello nazionale per le locazioni per finalità turistiche, contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore e prevedere il rispetto di requisiti igienico-sanitari e di sicurezza degli immobili dati in locazione. Tra i chiarimenti dell’ultimo contenuto si specifica che: “ il contratto di locazione per finalità turistiche avente per oggetto uno o più immobili ad uso abitativo, nei comuni capoluoghi delle città metropolitane, non può avere una durata inferiore a due notti consecutive, fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare con almeno tre figli” .
In pratica si introduce la variabile del nucleo familiare numeroso per il limite delle due notti e, vengono eliminati i requisiti soggettivi per locare.
Per assicurare la tutela della concorrenza, della sicurezza del territorio e per contrastare forme irregolari di ospitalità, come nella bozza di inizio settembre, il Ministero del Turismo intende assegnare, tramite apposita procedura automatizzata, un codice identificativo nazionale (CIN) ad ogni unità immobiliare ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche, previa presentazione in via telematica di un’istanza da parte del locatore, già munito di un codice identificativo regionale (CIR) rilasciato dalla regione competente o di un medesimo codice identificativo comunale.
Tutto ciò ha già scatenato numerose critiche fra gli intermediari immobiliari e gli operatori dediti agli affitti brevi.
LE CRITICHE
«Un testo illiberale e, sotto molti profili, incostituzionale, che mira a introdurre divieti e restrizioni lesive del diritto di proprietà, hanno tuonato le 14 associazioni di proprietari, intermediari immobiliari, operatori e gestori di affitti brevi. Sul pernottamento minimo di due notti, non si comprende quale sia la motivazione alla base di una così grave limitazione del diritto di proprietà. Bene per il codice identificativo regionale (CIR), a patto che si eliminino altre registrazioni e adempimenti a livello locale. No alla norma che stabilisce che chiunque conceda in locazione un appartamento per finalità turistiche, quindi anche chi lo faccia per poche settimane all’anno con un’abitazione normalmente tenuta a propria disposizione, debba trasformare la propria unità immobiliare in una sorta di simil-hotel inserendo dispositivi, attrezzature, avvisi e istruzioni tipici delle strutture alberghiere e sottoponendosi a ingenti spese per corsi, controlli e adempimenti burocratici di varia natura. La finalità, evidente, è il disincentivo a locare».
«Rimane il limite delle 2 notti solo per le città metropolitane e viene costretto chi ha più di due case ad aprire una Partita Iva. Parliamo di un decreto-legge senza requisiti di necessità e urgenza, commenta Marco Celani presidente di Aigab, diversi i profili di impugnabilità sia costituzionali che di rispetto delle norme europee su proprietà privata e concorrenza, dal nostro punto di vista».
CONCLUSIONE
A mio parere, tutto ciò diventa particolarmente interessante e coinvolgente per la nostra città in virtù di eventi mondiali come il prossimo Giubileo del 2025, oltre a tutte le altre manifestazioni per le quali il nostro Paese è candidato ed intende candidarsi in futuro. Indubbiamente il turismo, sfruttato nel modo corretto e con una giusta regolamentazione nel rispetto di tutte le Parti coinvolte nella locazione e nella gestione delle medesime, potrebbe permetterci, grazie al patrimonio storico e culturale a nostra disposizione, di essere l’elitè mondiale di questo settore garantendo le giuste ripartizioni in termini di introiti e trainando la nostra economia.
Vediamo come verrà dipanata la matassa!
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